Protesi d'anca: rischi e complicanze

Le complicazioni degli interventi di protesi d’anca sono in genere eventi rari, spesso temporanei e curabili soprattutto se prontamente riconosciuti. Vedremo insieme quali possono essere, sapendo che, purtroppo, nonostante le nostre infinite attenzioni non è però possibile portare a 0% il rischio di complicazioni.

Come ogni procedura chirurgica possono verificarsi complicazioni sia durante l’intervento di protesi d'anca

che durante la degenza in reparto, ma anche nelle settimane, mesi o anni successivi. 

In linea generale il periodo di rischio maggiore è quello entro i 20-30 giorni dall'intervento di protesi d'anca.

Alle possibili complicazioni chirurgiche nella protesi d'anca si associano quelle legate all’anestesia, alle malattie già presenti prima dell’intervento e all’utilizzo dei farmaci, come ad esempio le reazioni allergiche.

Analizzando le statistiche internazionali dei centri dedicati alla chirurgia protesica, le complicazioni delle protesi d'anca più gravi, come infezioni profonde, gravi anemie, lesioni dei nervi e fratture complesse si verificano in circa 1-2% dei casi. Complicazioni minori si possono verificare in un ulteriore 2% circa dei casi e possono prolungare o limitare il pieno recupero.

Frattura protesica

Tipi di complicazioni nell'intervento di protesi d'anca:

Complicazioni chirurgiche intraoperatorie: cioè che possono cioè verificarsi durante l’intervento di protesi d'anca anche nelle mani dei più grandi esperti (rischio imprevedibile):

-          Fratture:

La maggior parte delle fratture intraoperatorie si verificano in genere a livello del femore durante l'inserimento dello stelo protesico, ma possono verificarsi anche a livello del cotile durante l’inserimento della coppa acetabolare. Le fratture minori possono essere lasciate guarire spontaneamente o trattate con viti, fili o cerchiaggi. Fratture maggiori possono richiedere soluzioni più complesse fino anche alla revisione dei componenti, innesti ossei e / o mezzi di sintesi aggiuntivi (es, placche e viti). I fattori che aumentano il rischio di frattura durante la protesi d'anca includono il sesso femminile, l’osteopenia o l’osteoporosi, le deformità ossee, le artropatie infiammatorie e il tipo di fissazione.

-          Lesioni di nervi:

I nervi che possono essere interessati da lesioni durante l’intervento di protesi d'anca sono più comunemente il nervo sciatico, il  nervo femorale, l'otturatore, e nervi glutei superiori, il nervo femoro cutaneo laterale ed il peroneo superficiale (SPE). Le lesioni dei nervi durante l'intervento di protesi d'anca sono in genere da schiacciamento/compressione, stiramento (neuroprassia) o sofferenza ischiemica, più raramente sono tipo traumatico con interruzione delle fibre nervose. Lo schiacciamento del nervo (contusione) può avvenire di per la formazione di un ematoma secondario vicino al nervo, o durante il normale utilizzo dei divaricatori. La sofferenza ischemica, da cattiva circolazione del sangue vicino al nervo, è imprevedibile. La fisiologica biologia del recupero di un nervo lesionato durante un intervento di protesi anca prevede tempi di riattivazione del nervo che iniziano dopo 6-12 mesi. In genere il nervo femorale incomincia a recuperare prima dei 6 mesi, mentre il nervo sciatico e e il nervo peroneo superficiale (SPE) incominciano dopo 12 mesi. La variabilità anatomica di ogni singolo individuo e la diversa suscettibilità delle fibre nervose da individuo a individuo rende purtroppo imprevedibile il verificarsi della lesione al nervi durante l'intervento di protesi d'anca. I fattori di rischio che aumentano il rischio di lesioni nervose includono la presenza di interventi chirurgici precedenti, la displasia congenita dell'anca, gli allungamenti degli arti, l'obesità, le grosse masse muscolari ed il sesso femminile.

-          Lesioni di vene o arterie

Possono interessare piccoli o grandi vasi con conseguenze anche severe e drammatiche.

Complicazioni postoperatorie (cioè nel periodo successivo all’intervento):

-          Complicazioni meccaniche: Lussazione della protesi d'anca

La fuoriuscita della testa del femore dalla coppa (lussazione) è una evenienza che può verificarsi sia nell’immediato postoperatorio che nei mesi successivi all’intervento. Il trattamento più spesso consiste nel eseguire la manovra di riposizionamento e nell’utilizzo del tutore per circa 30 giorni. Può essere anche necessaria la revisione chirurgica con la sostituzione di alcuni componenti. Spesso la lussazione è legata a movimenti non idonei eseguiti troppo precocemente.

-          Infezione:

Nonostante tutte le possibili attenzioni del personale sanitario c'è sempre un piccolo rischio che alcuni batteri possano essere trasportati dal sangue partendo da qualsiasi altra sede (cistite, tonsillite, piodermite, ecc.) o farsi strada nella ferita chirurgica causando una infezione nella protesi dell'anca.

Le infezioni superficiali della protesi d'anca, se prontamente riconosciute, possono essere trattare con la sola terapia farmacologica (antibiotici). Infezioni profonde possono richiedere la pulizia della ferita ma anche l’asportazione della protesi per permetterne la guarigione.
I sintomi di un'infezione di protesi d'anca comprendono in genere:
    temperatura corporea elevata (febbre) a 38 ° C o superiore con eventuale agitazione e brividi
    arrossamento, gonfiore e/o dolore nel sito dell’intervento chirurgico
    fuoriuscita di liquido dal sito dalla ferita chirurgica
    dolore all'anca anche durante il riposo

Purtroppo non sempre questi sintomi sono presenti e quando presenti non necessariamente indicano la presenza di una infezione alla protesi d'anca. In ogni caso, si consiglia di consultare il medico immediatamente se si pensa di avere un'infezione.

Complicazioni generali: Infarto miocardico acuto – Ictus cerebri – Embolia polmonare - Emorragia con conseguente Anemia – tromboflebiti e trombo embolie – polmoniti – Sepsi – Morte.

Si tratta di complicazioni generali che possono interessare ogni intervento chirurgico e ogni persona anche fuori dal ricovero ospedaliero. Comorbilità come malattie croniche già presenti possono aumentarne il rischio. Accertamenti clinici e strumentali vengono effettuati di routinne per ridurre al minimo il rischio che questi eventi si verifichino.

-      Tromboembolie:

Esiste un piccolo rischio di sviluppare un coagulo (trombo) di sangue nelle prime settimane dopo l'intervento chirurgico all’interno dei vasi sanguigni. Per ridurre tale rischio vengono attuate profilassi con farmaci, vengono utilizzate calze elastiche ed eseguita la mobilizzazione precoce compatibilmente con le condizioni cliniche.
Questi coaguli (trombi) possono svilupparsi all'interno delle vene delle gambe e si parla di trombosi venosa profonda (TVP), oppure all’interno dei polmoni e si parla di embolia polmonare.
I sintomi di una TVP includono:
    gonfiore della gamba (di solito al polpaccio)
    dolore pesante nella zona interessata
    cute calda nella zona interessata
I sintomi di una embolia polmonare comprendono:
    affanno, che può verificarsi improvvisamente o gradualmente,

    dolore al torace, spesso localizzato con tosse

Se si sospetta di avere una trombosi alle gambe si dove consultare immediatamente il proprio medico di famiglia o recarsi in pronto soccorso.

Altre complicazioni:

-          Usura, danneggiamento, rottura o mobilizzazione della protesi d'anca

Si tratta di complicazioni che spesso avvengono dopo anni dall’intervento, ma possono anche verificarsi precocemente.

Possono essere determinate dall’usura delle superfici articolari con liberazione di particelle nei tessuti circostanti alla protesi e ne possono determinale lo scollamento (ioni di metallo o particelle di polietilene).

In genere tale usura o lo scollamento vengono notate alle radiografie di controllo e a seconda della gravità del problema possono richiedere la sola osservazione nel tempo o può essere consigliato eseguire un ulteriore intervento chirurgico di revisione.

Si possono inoltre, raramente, verificare rumorosità (es. cigolio) o rotture delle componenti protesiche: stelo e coppa metalliche, inserti e testine (ceramica, polietilene, metallo).

-          Rigidità articolare dell'anca

I tessuti molli attorno alla protesi (legamenti, capsula articolare, tendini) possono andare in contro ad indurimento causando una mobilità ridotta. Questo di solito non è doloroso e può essere prevenuto con la fisioterapia e i farmaci.

-          Dismetria: lunghezza degli arti inferiori ("della gambe")

Dopo l’intervento di protesi all'anca una gamba si può avvertire con una diversa lunghezza dall’altra, di solito e una sensazione transitoria legata alla rigidità dell’intervento che si normalizza in 2-3 mesi. Il chirurgo ortopedico farà ogni sforzo per rendere le lunghezze adeguate, può allungare o accorciare un po' in caso vi sia necessità e le condizioni biomeccaniche lo consentano. Può succedere che in sede di esecuzione dell’intervento chirurgico per motivi biomeccanici e di scelta delle componenti protesiche vi sia una differenza di lunghezza tra le due gambe dopo l’intervento, in genere limitata entro 1 cm - 2 cm.

-          Ossificazioni periarticolari

Si tratta del riscontro radiografico di osso esuberante nella sede dell’intervento, può limitare in parte il movimento articolare

-          Persistenza del dolore nella sede dell’intervento:

Può essere determinata da molteplici fattori, non è sempre una condizione permanente e spesso è causata da altri problemi concomitanti (lombalgia in discopatie o artrosi lombare, obesità, problemi alle ginocchia, posture scorrette, vita sedentaria, ecc.).

Ci sono molte cose che si possono fare per proteggere la vostra protesi d'anca e cercare di prolungarne la durata:

- Mantenere un peso corporeo adeguato, pochi chili in più determinano sollecitazioni decine di volte superiori all'anca.

- Partecipare a un programma di esercizio fisico leggero e regolare, all’inizio supervisionato dal fisioterapista, per mantenere la giusta forza e la mobilità della vostra nuova anca.

- Prendere precauzioni particolari per evitare cadute e infortuni (es. scarpe chiuse, evitare tappeti, evitare percorsi dissestati) che possono determinare una frattura vicino alla protesi d'anca. 

- Parlate con il vostro dentista per eseguire profilassi antibiotiche prima delle procedure dentali e con il vostro gatroenterologo prima di eseguire le procedure endoscopiche (gastroscopia e colonscopia). Anche alcune procedure otorinolaringoiatriche andrebbero precedute dalla profilassi antibiotica.

- Consultare il chirurgo ortopedico periodicamente per valutare l’andamentio clinico ed eseguire radiografie di controllo anche se non riscontrate disturbi all’anca operata.

 

Il Dott. Andrea Blasi è considerato tra i maggiori esperti in protesi d’anca mininvansiva anteriore.

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